TORINO  

MUSEO DI ANTICHITA'
Via XX Settembre 88/C
tel. 011/5211106

 

VALERIO BERRUTI

PAOLO LEONARDO

ESTER VIAPIANO


 

 

testo critico a cura di Guido Curto

Un curatore che invita dei giovani artisti a realizzare un intervento site specific all'interno di un museo archeologico corre dei rischi. Il più grave è che gli artisti individuati sulla base, solo "teorica", dei loro lavori pregressi, quando si trovano di fronte ad uno spazio espositivo molto connotato, che è tutto l'opposto di un white cube, non riescano ad ideare e a mettere "in pratica" un progetto significativo e originale che sappia cogliere il genius loci e a rapportarsi con quegli antichi reperti. Per questa seconda edizione di Gemine Muse a Torino ho tenuto conto di questo fattore e, dopo una survey fatta su tutto il territorio piemontese, la scelta è caduta su tre nomi che pur essendo giovani avevano già maturato la giusta esperienza per confrontarsi con un Museo così importante dove sono conservati i monumenti più antichi della storia di Torino e del suo territorio dall'epoca preistorica all'età Romana, per giungere sino al Medioevo.
Valerio Berruti propone due grandi affreschi su tela che raffigurano una famiglia di visitatori, gli Spectatores, fermi in estasiata ammirazione davanti alle Statue degli Imperatori romani. Ester Viapiano ha realizzato con delle semplici spugne un tappeto-installazione che cita un elemento decorativo in marmo a forma di nodo di Salomone presente nel Museo, e ha poi disseminato in varie sale anche dei "reperti" - tazze, stoviglie, oggetti - costruiti prendendo spunto da oggetti ritrovati nelle Necropoli Golasecchiane, utilizzando della semplice tela bianca inamidata con zucchero, in modo da simboleggiare il congelamento generato dallo scorrere del tempo anche sulle cose più fragili. Paolo Leonardo propone le immagini ingigantite a poster dell'Acrolito di Alba, e dà estrema rilevanza alla splendida testa in marmo bianco, campendo di rosso carminio, pompeiano, tutto lo spazio intorno al volto, fino a rendere quest'antico capolavoro un'opera metafisica e post-dechirichiana.

MUSEO DI ANTICHITA'

GLI IMPERATORI

Busto in lamina d'argento dell'imperatore Lucio Vero (161-166 d.C.), in vesti militari con corazza anatomica decorata a squame e con la testa di Medusa; fa parte di un complesso di argenterie rinvenuto nel 1928 a Marengo (AL).


Il busto in lamina argento sbalzata dell'imperatore Lucio Vero (161-166 d.C.) costituisce il pezzo principale di un tesoro di argenterie di età romana, conservatosi nascosto in una fossa dall'antichità, forse in seguito ad un furto, sino al ritrovamento casuale nelle campagne di Marengo (AL) nel 1928. Le caratteristiche dell'insieme degli oggetti ne fanno ipotizzare l'appartenenza ad un complesso votivo, dedicato in un santuario della dea Fortuna. L'imperatore si presenta con le caratteristiche del capo supremo dell'esercito, indossante la corazza, così come i tre busti in marmo recuperati nel corso delle demolizioni delle mura della città di Susa (TO). Delle tre figure di imperatori (I-II secolo d.C.) onorati a Susa, l'antica Segusio, nessuna è identificabile con certezza, non essendo conservate le teste pertinenti. Il ritratto di Claudio (41-54 d.C.) accostato alla maggiore doveva in realtà appartenere ad una quarta scultura.

VALERIO BERRUTI

Valerio Berruti è nato nel 1977 ad Alba, vive e lavora a Verduno (CN). Lavora con le gallerie SpiraleArte di Milano, Artandarts di Torino, 41 artecontemporanea di Torino. Nel suo curriculum troviamo numerose mostre personali e collettive curate da Luca Beatrice, Guido Curto, Olga Gambari, Chiara Guidi, Alessandro Riva, Maurizio Sciaccaluga.
chiesadarte@libero.it

 

Spectatores,
olio su iuta affrescata, cm. 190x190, 2003

ACROLITO DI ALBA

Testa femminile colossale in marmo bianco greco rappresentante una divinità con diadema, parte di un acrolito, rinvenuta nel 1839 ad Alba (CN), presso la Cattedrale. Fine del II secolo a.C.


La testa di divinità femminile colossale in marmo bianco greco rinvenuta nel 1839 nel centro di Alba (CN) e immediatamente acquistata da re Carlo Alberto per il Museo di Antichità, è quello che tecnicamente si definisce parte di un "acròlito", di una statua, cioè, in cui solo alcune parti (in genere la testa, le braccia, i piedi) erano realizzate in materiali nobili, per essere poi montate su un supporto, una specie di manichino rappresentante il corpo, in legno e stoffa. Oggetto di molte controversie per quanto riguarda la sua datazione, se effettivamente collocabile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. costituirebbe un'eccezionale testimonianza della precoce acquisizione da parte delle genti liguri di elementi culturali e cultuali romani, ancor prima o al momento della fondazione della colonia di Alba Pompeia. Il rinvenimento in circostanze casuali impedisce di sapere se, com'è probabile, la scultura fosse conservata all'interno di un tempio dedicato a qualche divinità femminile, probabilmente Giunone, la sposa di Giove.

PAOLO LEONARDO

Paolo Leonardo è nato nel 1973 a Torino dove vive e lavora. Ha come gallerie di riferimento Bagnai di Firenze, The Flying Cow Projects di Bruxelles e la ES di Torino. Ha un fitto curriculm di mostre personali e collettive curate da Luca Beatrice, Guido Curto, Alberto Fiz, Alessandro Riva, Maria Teresa Roberto.
laudann@tin.it

 


Senza titolo,
tecnica mista su riproduzione fotografica, cm. 200x220, 2003


NECROPOLI GOLASECCHIANE

Calderone in bronzo di produzione etrusca (Vetulonia) da Castelletto Ticino (NO): sulle pareti sono raffigurati a sbalzo animali fantastici e figure alate. VII secolo a.C.


Nel corso dell'età del ferro si sviluppò lungo il corso del Ticino una cultura caratteristica, alla quale, dal luogo dei primi rinvenimenti, venne dato il nome convenzionale "di Golasecca" (X-V secolo a.C.). Gli elementi più significativi ci sono offerti da ampie necropoli, in particolare, in territorio piemontese, quella di Castelletto Ticino (NO). Emblematici dell'importante livello sociale raggiunto da alcuni esposnenti di questo centro sono i ricchi corredi ceramici, ma soprattutto la presenza di oggetti metallici (recipienti, fibule, oggetti di ornamento), taluni importati, come l'eccezionale calderone bronzeo etrusco del VII secolo a.C. decorato da animali fantastici e figure alate. I contatti con la più sviluppata Etruria sono testimoniati non solo dall'importazione di merci pregiate, quali il vino (anfore da Cerveteri), ma anche dall'acquisizione dell'alfabeto, utilizzato adattandolo alla lingua locale, come è evidente nel graffito su un bicchiere presente nel corredo di una sepoltura.

ESTER VIAPIANO

Ester Viapiano è nata nel 1973 a Torino, dove vive e lavora. E' diplomata in Scultura presso l'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Lavora con la galleria Artandarts di Torino. Ha realizzato mostre personali e collettive curate da Guido Curto, Olga Gambari, Ivana Mulatero, Riccardo Passoni, Maria Teresa Roberto, Gabi Scardi.
esterviapiano@libero.it



L'ora del tè,

stoffa inamidata con zucchero, sedia in legno, (2 elementi cm. 77x110x70) installazione dimensioni ambiente + elemento sonoro, 2003


Nodi,

panno-spugna, ricamo, cm. 270x240, 2003

LINKS

www.comune.torino.it
www.museoantichita.it
www.torinocultura.it
www.comune.torino.it/gioart