testo critico a cura di Giulio Lucente
I
lavori dei due giovani artisti, Emiliano Alfieri e Diego Zangirolami,
risultano in sintonia come linea espressiva, pur non essendosi accordati
preventivamente, sebbene con direttrici contrapposte.
Alfieri ha analizzato l'opera del paliotto, il contesto storico e i suoi
significati simbolici, ne ha studiato la composizione, lo ha destrutturato
nelle sue componenti, e ha così focalizzato l'attenzione sul gioco
ritmico delle mani dei santi e del Cristo in particolare. Ha estremizzato
l'analisi delle componenti rimandandole al fruitore in una chiave contemporanea
con un gioco di raffinata evoluzione scultorea a tutto tondo esaltando
le potenzialità volumetriche di un'opera concepita come piatta
e trasformandola in un elemento morbido, sinuoso nei volumi e nella forma.
Di contro Zangirolami sposta in chiave arcaica un concetto tutto contemporaneo,
l'icona del successo, il mito contemporaneo ed effimero, tanto caro a
certa cultura popolare e populista e contrappone alla figura del calciatore
o del divo quello che nel medioevo poteva anzi doveva essere il modello
di ispirazione, il cavaliere, il santo e il martire. Costruisce, con sapiente
uso della grafica computerizzata, "un album di figurine"
che viene abbandonato su un tavolaccio a disposizione di chiunque voglia
sfogliarlo e confrontare la portata dei valori di allora con quelli che
abbiamo assurto ad icona contemporanea e valutare quali siano i più
edificanti.
L'allestimento è poi completato con un grande pannello, frutto
di una elaborazione computerizzata, che funge da grande affresco sempre
secondo la linea operativa secondo la quale ciò che è antico
viene trasformato in contemporaneo con l'ausilio di tecniche che non siano
per forza quelle tradizionali.
In definitiva i lavori degli artisti si pongono in un'ottica non di reprise
o di un d'apres ma di un chiaro ed inequivocabile percorso contemporaneo
di creazione di un'opera d'arte con gli strumenti di cui al momento disponiamo
e di una forma mentis in continua evoluzione verso la creazione di opere
d'arte figlie del tempo.
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