LA SPEZIA  

MUSEO ARCHEOLOGICO DEL CASTELLO
Via XXVII Marzo
tel. 0187/751142

 

SIMONE BARBIERI

MATTEO BERTOCCHI

FRANCESCO MENCONI


 

 

testo critico a cura di Francesca Cattoi

Il Museo del Castello della Spezia è stato scelto, per la seconda volta, quale luogo di confronto tra le collezioni archeologiche qui custodite e lo spirito creativo di tre giovani artisti locali. Questi privilegiano strumenti espressivi legati alle tecnologie moderne e alle loro possibilità multimediali, fornendoci dei lavori connotati da una forte spontaneità unita ad un sapiente controllo dei mezzi tecnici impiegati. Le loro opere, inoltre, mostrano come il dialogo tra generazioni di uomini, seppur così lontani tra loro, sia carico di significative ed impreviste emozioni visive.
Simone Barbieri, prendendo spunto dalla penetrazione, più o meno dolorosa, dei Romani in territorio ligure durante la seconda età del Ferro, riflette sulla rappresentazione dei conflitti armati in epoca contemporanea. Le sue sequenze fotografiche mettono a confronto, anche attraverso un interessante contrasto cromatico, la guerra percepita come gioco e la realtà delle conseguenze da essa prodotte.
Ai reperti archeologici romani si ispira Matteo Bertocchi. Sulle basi marmoree, usate come piedistalli per le statue dedicate a notabili dell'antica Luni, vengono posti nuovi personaggi che ne ripropongono l'originaria funzione. Le sue installazioni fotografiche indagano, sfruttando l'immaginario classico e quello futuristico, la vitalità e la fisicità dell'essere umano piuttosto che la sua funzione sociale.
Francesco Menconi sottolinea la semplificazione, quasi astratta, del metodo rappresentativo degli uomini dell'età del Rame. Egli mette in evidenza la potenzialità evocatrice delle statue stele, trattate come moderne icone, e ripropone la loro immagine digitalizzata in una videoinstallazione che aggiunge a quelle antiche forme il colore ed il movimento caratteristici della tecnologia elettronica.

MUSEO ARCHEOLOGICO DEL CASTELLO

I GUERRIERI DELL'ETA' DEL FERRO

La sala dedicata ai "guerrieri dell'età del Ferro" in Lunigiana, I millennio a.C.


La sala è dedicata all'età del Ferro in Lunigiana e agli antichi Liguri, indomiti guerrieri che si opposero a lungo con fierezza, ma senza fortuna, alla conquista romana. Sia le statue stele del VI sec. a.C., sia le più tarde sepolture in cista litica (datate da fine IV sec.a.C. alla piena romanizzazione) documentano, nella continuità dell'ethnos ligure, la ricchezza della panoplia dei guerrieri: asce, giavellotti spesso in coppia, spade, lance ed elmi di influenza celtica sono rappresentati sulle statue stele e presenti nei corredi funerari. Il cronico bisogno di terre spinse i Romani alla difficile impresa della conquista della Liguria orientale durante il II sec. a.C. Ecco, dalla testimonianza di Diodoro Siculo, come apparivano i Liguri ai conquistatori: "A causa del continuo lavoro fisico e della scarsezza di cibo si mantengono nel corpo forti e vigorosi…Le donne sono forti e vigorose come gli uomini e questi come le belve. Essi sono coraggiosi e nobili non solo in guerra ma anche in quelle circostanze della vita non scevre di pericolo."

SIMONE BARBIERI

Simone Barbieri è nato alla Spezia nel 1981. Dal 2000 frequenta il corso di laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Torino. Si avvicina alla fotografia nel 1996, incentrando la sua ricerca sulla rappresentazione dell'architettura e dello spazio urbano. Si occupa, inoltre, di studi di comunicazione politica.
barbierisimone@libero.it


Game-War,
stampa fotografica, agosto 2003


BASI ONORARIE

Basi onorarie da Luni, marmo bardiglio, età imperiale

Le basi in marmo bardiglio provenienti da Luni contengono iscrizioni onorarie disposte sul lato anteriore, esposto alla vista; si tratta per la maggior parte di iscrizioni di I sec. d.C. rivolte a magistrati locali. Altre dediche a imperatori di III-IV sec. d.C. sono incise su due basi, eccezionali per l'Italia settentrionale, in quanto risultano iscritte sui quattro lati. Queste ultime risultano abrase a seguito della damnatio memoriae subita dagli imperatori, che consisteva nel cancellarne il nome per annullarne il ricordo. In questi casi si può ipotizzare che nel corso del tempo le basi venissero girate e riutilizzate per ulteriori epigrafi, forse in connessione con periodi di restringimento dell'attività estrattiva dei marmi locali e probabilmente anche di crisi economico-politica della città. L'antiestetico reimpiego delle basi permetteva quindi di risparmiare sul marmo dei supporti oltre che su quello delle statue soprastanti, di cui si cambiava la testa-ritratto, facendo ruotare il corpo nella direzione della nuova epigrafe.

MATTEO BERTOCCHI

Matteo Bertocchi è nato a La Spezia nel 1978. Dal 1995 si occupa di ripresa video e montaggio partecipando a diversi festival nazionali, quali Bellaria ed Arcipelago. Dal 1999 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Carrara, corso di Arti Multimediali. Lavora come operatore e direttore della fotografia, scrive sceneggiature e realizza video e documentari.
bermats@yahoo.it


Progetto virtuale per installazioni fotografiche,
installazione, fogli traslucidi; tubi Neon, 200x60 cm, agosto 2003


STATUE STELE

Le statue stele della Lunigiana nell'allestimento museale,pietra arenaria, età del Rame-età del Bronzo.


Le statue stele della Lunigiana sono conosciute dal XIX sec., quando iniziarono le scoperte e furono avanzate le prime teorie, ma ancora oggi, sono un fenomeno di notevole attualità, non solo perché i ritrovamenti si succedono con continuità ed il corpus ha superato i 70 esemplari, ma anche per il proliferare degli studi scientifici. Uno dei motivi principali del loro fascino consiste nella difficoltà ad interpretare i motivi che spinsero un antico popolo del IV-III millennio a.C. a lavorare le lastre di pietra e ad infiggerle al suolo. La produzione comprende uomini con le armi, donne caratterizzate dal seno e bambini privi di attributi. Mancando molto spesso il contesto primario e scavi sistematici del sito di rinvenimento, le ipotesi tendono ad avvicinare le statue stele lunigianesi alle coeve produzioni litiche diffuse in tutta Europa. La teoria oggi più accreditata lega le statue stele alla sfera religiosa, un culto di antenati-eroi, che, infisse a terra per delimitare il territorio, lo tutelavano e lo sacralizzavano.

FRANCESCO MENCONI

Francesco Menconi è nato a Viareggio nel 1978. Dal 1999 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Carrara specializzandosi in Video Arte e Video Teatro. Nel 2002 partecipa al workshop internazionale Knowing and Painting Cyprus a Larnaka. Lavora come tecnico luci e suono per il teatro e svolge la sua ricerca artistica in ambito multimediale ed interattivo.
fragroove@virgilio.it


Stelecomposizione in Componente RGB,
Videoinstallazione, legno trattato, immagine video, 2 mq, agosto 2003

LINKS

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