TRENTO  

MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO
Palazzo Pretorio
Piazza Duomo 18
tel. 0461/234419

SANTI OLIVERI


 

 

testo critico a cura di Marco Tomasini e Riccarda Turrina

Nella sala degli arazzi fiamminghi del Museo Diocesano di Trento il profano si confronta con il sacro sul tema della natività. Tema delicato in quanto ogni approccio di arte contemporanea a un'opera religiosa antica implica un facile giudizio selettivo: il sacro non si tocca, non è liberamente interpretabile, lo si può solo contemplare restando soli con noi stessi, protetti dagli austeri ambienti museali che ci isolano rispetto alla realtà esterna. Ma la natività fa parte del quotidiano, fa parte di quel meccanismo biologico rimasto intatto dall'origine del mondo. La tradizione vuole che Cristo sia nato in un ambiente umile e quotidiano per quel tempo: in una stalla. Un evento sacro quindi inserito in un luogo fortemente connotato dalla realtà.
Accanto all'arazzo della Nascita di Cristo scorrono su un monitor le fotografie di Santi Oliveri. Due tessiture sono quindi a confronto: quella antica e pregiata dell'arazzo (lana, seta e oro) e la moderna tessitura dello schermo del monitor fatto di intrecci verticali e orizzontali di pixel luminosi. Foto che indagano il presente alla ricerca di questo evento che quotidianamente si ripete e che la nascita di Cristo simboleggia. Il giovane artista è sempre stato affascinato dai "non luoghi" metropolitani: stazioni, aeroporti, parchi: ambienti anonimi pubblici e di passaggio nei quali egli, con un clic, immortala l'essenza emotiva dell'individuo. Con discrezione si è aggirato nei reparti di maternità degli ospedali focalizzando l'obiettivo alla ricerca di quell'alone magico (messo in risalto dall'acceso cromatismo) che avvolge la nascita di un bambino e tutto ciò che gli sta attorno. I gesti, gli sguardi di venerazione dei personaggi dell'arazzo riecheggiano nelle stanze asettiche, tra i complessi macchinari, sotto le luci fredde dei reparti, in cui vengono al mondo le piccole creature frutto dell'amore dei genitori, moderni Giuseppe e Maria.

 

MUSEI DIOCESANO TRIDENTINO

PIETER VAN AELST

Pieter van Aelst, Nascita Di Cristo, Lana, seta e oro, cm. 241x 285


L'arazzo appartiene alla serie della Passione di Cristo, tessuta a Bruxelles presso l'atelier di Pieter van Aelst (1450?-1533?), il più importante produttore di arazzi del tempo. Durante il Concilio di Trento decorò l'aula conciliare nella Cattedrale di S. Vigilio.
É suddiviso in tre episodi: l'Adorazione dei pastori al centro, l'Adorazione dei Magi e l'Annunciazione in alto; ai lati compaiono due Sibille. Nella scena centrale Gesù è adagiato su un letto di luce mentre, a sinistra, Maria lo osserva devotamente. S. Giuseppe sta leggermente arretrato, tenendo in mano una candela, simbolo dell'esiguità della luce naturale rispetto a quella divina. La candela fa riferimento all'episodio narrato nelle Revelationes di Santa Brigida di Svezia, un testo che influenzò molti artisti fiamminghi.

SANTI OLIVERI

Santi Oliveri (Augusta 1982) vive a Trento dove studia Sociologia. Ha approfondito per diversi anni lo studio dell'apparecchio e delle tecniche fotografiche. Ultimamente punta a riprendere i "non-luoghi" dell'alienazione del nostro quotidiano: aeroporti, stazioni, metropolitane, parchi desolati, cogliendo le timide forme di vita che vi attecchiscono.
santi.oliveri@studenti.unitn.it



Natività, sequenza di fotografie su monitor, 2003.