alea sina

La mia pratica esplora aspetti della realtà visibile e invisibile e vuole essere un incontro tra arte, spiritualità e tecnologia. Il flusso del mio lavoro si condensa nel gesto sensibile intento a seguire la direzione della spontaneità e di ogni manifestazione possibile dello spirito libero.

alea sina (Aleandro Sinatra - Caltagirone, 1993)  la mia pratica ruota attorno al segno che si materializza nelle prime incisioni, in opere fotografiche, pittoriche e video installative. La fotografia e la video arte, che si pongono come finestre conoscitive di me stesso, riflettono luoghi marginali e forme di abitare la mente. Lungo l’esplorazione della performance, organizzo vari incontri dove gli sguardi e l’assenza di parole costringono i partecipanti a relazionarsi con il silenzio in grado di generare uno spiazzamento e il senso del perturbante. Dalla decostruzione del linguaggio verbale con la performance esploro una pittura, in cui il gesto sensibile plasma l’assenza dell’immagine. I monocromi che mostrano la presenza dell’assenza, trovano nel simbolico un portale di connessione, lungo la quale emerge la relazione intrinseca tra arte e spiritualità. Negli ultimi anni procedo a partire da oggetti anonimi, schermi e monitor recuperati ai margini della strada in cui genero un malfunzionamento nella rappresentazione visiva. Il gesto spontaneo che apre la superficie ad una dimensione altra vuole essere un tentativo di creare uno spazio di continuità e allo stesso tempo liberare gli schermi dal loro codice morale.