L’ora d’aria
L’ora d’aria
Ho preso ispirazione dal nome del luogo in cui è presentata la mostra di fine a.a. 2020/21: ora un cortile interno dell’Accademia (di Urbino), prima un posto dove i carcerati minorenni avevano la loro “ora d’aria”.
L’ora d’aria l’ho associata ad una balenottera azzurra che esce dall’acqua come per respirare, perché il mare non le dà più tregua, un oceano che non le fa più da casa ma da gabbia per colpa dell’intervento umano. Una balena che esce esausta dallo specchio di sassi sul quale viene posta. Una balena fatta di fil di ferro proprio per riprendere il materiale delle celle, in cui vi erano i reclusi del Riformatorio, ma con una forma più dolce e aggraziata qual’è la balenottera.