DILEN UP
Il viaggio comincia con l'Istituto Statale d'Arte di Ancona; io provengo da Osimo, una piccola città nelle marche, e quando ho cominciato a frequentare Ancona mi si è aperto un mondo che non conoscevo.
La scena hip hop anconetana è sempre stata molto florida fin dai primi anni '90, in stretta connessione con Bologna. La mia scuola era carica di gente che dipingeva, e con un mio compagno di classe ci siamo catapultati in questo mondo.
Cercando di imparare da chi già dipingeva da anni, rubando con gli occhi e poi provando a tagliare le linee in vecchie case abbandonate e sotto-passi ferroviari.
Ho cominciato a fare graffiti dal 2006, fino a che, staccandomi progressivamente dalle lettere, ho trovato uno stile personale di disegno, prima su carta poi su muro.
Da quel che mi ricordo ho sempre disegnato, ed è sempre stata l'unica spinta che mi interessava davvero. Quando lavoro cerco sempre di essere spontaneo, non macchinoso. Chi dipinge graffiti prima dipinge su carta poi copia sul muro. Se c'è una cosa che ho abbandonato è proprio questo, copiare esattamente ciò che avevo preparato sullo sketch book. Ora preferisco arrivare sul muro con un idea, uno schizzo e poi lo elaboro. Molto spesso non sai su quale tipo di muro dipingerai, se avrà una forma particolare o se assorbirà molto. Ed è in questi casi che bisogna sapersi adattare, magari diluendo vernici o cambiano il disegno, in ogni caso sapendo improvvisare.
Ho partecipato a diverse Jam qui nelle marche, ed ho viaggiato molto d'estate. Per diversi anni sono andato in Francia a dipingere da un amico. E ricordo che i grandi progressi li ho fatti soprattutto li: dove i muri sono tutti legali e c'è una grande tolleranza per questo tipo di espressione artistica.
Nel 2011 mi sono trasferito per studiare a Milano: il topolino di campagna che va in città.
All'inizio, non conoscendo nessuno con cui dipingere, mi sono focalizzato molto sulla carta riempiendo sketch book su sketch book. Il bozzetto per me è sempre stato solo una preparazione, mentre questo momento di distacco dalle grandi superfici mi è anche servito per cercare il "finito" sulla carta.
L'anno scorso ho incontrato, ad una jam organizzata dalla mia scuola (la Naba), Cripsta con cui ho cominciato a dipingere ed in seguito anche con tyb3t (sinapsi).
Ho iniziato a dipingere su superfici grandi perché mi è sempre piaciuta l'idea di dare potenza e valorizzare i miei disegni.
La parola d'ordine rimane e rimarrà sempre sperimentare. Cercare modi sempre nuovi per comunicare emozioni e stati d'animo.
Forse è per questo che non sono spaventato dal fatto di non avere uno stile davvero uniforme. Di uniforme c'è la voglia di disegnare, di creare qualcosa che mi rappresenti. Tutti i miei disegni li sento un po' come figli miei. Perché dentro cerco sempre di metterci me stesso.
Dipingo opere affrontando le superfici, prescelte di getto senza ripensamenti o ritocchi lasciando scorrere liberamente il tratto senza preparazione o preparativi o ri-elaborazioni. Sperimentando le tecniche e i supporti più disparati dipingo e rielaboro tutto ciò che mi ispira.