“ Le loro radici da custodire ”
“ Le loro radici da custodire ”
L’ insieme dell’opera rappresentata è la certezza di qualcosa che c’è sempre stato, fa parte di ciascuno di noi, “ Le loro radici da custodire ” parlo delle tre artiste donne, dalle origini Calabresi; Concetta Scaravaglione , Maria Mancuso Grandinetti e Lina Passalacqua , delle quali poco si conosce o meglio dire non se né conosce la loro esistenza.
Dunque il mio lavoro mi ha portata a ricostruire quel che resta di loro e della loro presenza ancora viva , in forma d’arte attraverso il propri autoritratti da fotografie che le ritraggono, inserendole all’ interno di ciascun libro, sono sei libri progettati in modo accurato per essere letti attraverso le lenti d’ingrandimento perché si possa entrare internamente attraverso lo sguardo in modo curioso e attento alla voglia e al sapere di chi stà veramente in ogni singolo libro il quel mondo che è da conoscere di donne coraggiose che non si sono arrese e hanno intrapreso il loro traguardo non ostante le mille difficoltà solo perché in un epoca ormai lontana non erano libere e da una terra che le accomuna che è la Calabria, in questi libri oltre al ritratto delle artiste ci saranno in legame anche i lavori di loro stesse accompagnate da altri tre volumi per ognuna delle artiste , ai quali seguono degli scrigni.
Lo scrigno inteso come contenitore di oggetti preziosi ed è solitamente protetto da vari tipi di sicurezze .Può avere forme e dimensioni diverse in funzione di ciò che dovrà contenere. Questi scrigni sono realizzati da vetro e specchio con rifiniture in acciaio dorato.
Lo scrigno in sé è oggetto che ricorre spesso nelle fiabe che raccontano di re e regine e delle loro enormi ricchezze, ma può essere utilizzato per contenere degli oggetti rari, ma non necessariamente preziosi.
Si potrebbero fare mille esempi di cosa si potrebbe contenere in uno scrigno , ma in questo caso ciò che custodirò in essi saranno i loro lavori attraverso le foto scattate in quel tempo che sembra essere lontano ma molto vicino a noi, di queste “Donne” che hanno contribuito nella storia dell’arte e che non sarà mai perso.