sodero sodero
Tutto è iniziato quando ero piccola, avevo 9-10 anni quando per la mia timidezza ho iniziato a costruirmi un amico immaginario. La noia dei tempi morti mi portava ad immaginare dei modi interessanti per impiegare il tempo. Inizialmente avevo preso il vizio di nominare tutti i colori delle inquadrature che fissavano i miei occhi, un esercizio mentale. Da li, sempre per noia, mi sono spostata a definire le forme delle cose, la forma quadrata di una casa con finistre rettangolari e, via via, ho iniziato a scegliere le immagini che volevo guardare: delle fotografie fatte attraverso gli occhi. Era il mio passatempo preferito, attraverso le mie mani inquadravo la mia immagine, la storia che iniziavo a voler raccontare. Sentivo di voler sviluppare quest'immaginazione, e all'età di 17 anni sono riuscita a conquistare la mia prima macchina fotografia e non mi ci sono più staccata, un oggetto diventato una compagna, che accoglie e dà sfogo alla tristezza, alla gioia apparente casuale, ai momenti di nervosismo, o a semplici situazioni di vita quotidiana, che ai miei occhi sembrano raccontare tutto. In ogni occasione in cui potevo mettere le mie fotografie, le mettevo, era come se stessi dicendo il mio pensiero in un discorso, lo faccio tutt'ora! Arrivò il momento di intraprendere un percorso di studi a mia scelta, mi sono fiondata nel ricercare un modo per studiare la fotografia, per migliorare la conoscenza di questo mezzo come arte espressivo e come tecnologia in continua evoluzione. Ho studiato in Accademia di Belle Arti a Venezia, città che mi hai ispirata molto, ma mi ha anche chiusa in una isola. Ti dona una dolce illusione, quando mi sono resa conto di questo, sono scappata. Sempre più necessitavo di raccontare il vero, un vero così scontato che ha dentro della poesia e della realtà che non notiamo. Sono volata in Spagna per cercando nuove ispirazioni ed esperienze, continuando a studiar fotografia. E' stato interessante conoscere le differenti visioni sull'immagine, il mezzo di comunicazione più forte che abbiamo oltre alla parola. La visione di forme, di ripoduzioni della realtà, può portare la nostra mente a riflettere, può sembrare qualcosa da poco, ma a mio avviso non lo è. Ho imparato ad utilizzare questa mia predisposizione a notare situazioni singolari, per realizzare progetti, lavorare, rispondere all'esigenza di un ente nel rappresentare l'anima dell'evento da fotografare, la festa, lo spettacolo ecc..