Emilio Vavarella
Emilio Vavarella
Brighton - United Kingdom
MNEMODRONE è un progetto artistico transmediale basato sugli ultimi ritrovati nel campo degli apparecchi volanti senza pilota (droni) e archiviazione digitale di memorie. Il progetto si focalizza particolarmente sul rapporto tra intelligenza umana ed artificiale e sulle questioni sollevate dal loro incontro, attraverso un approccio interdisciplinare in continua evoluzione. MNEMODRONE si suddivide in Capitoli, ed ogni Capitolo è ospitato da un particolare contesto socio-culurale.
MNEMODRONE accomuna sperimentazione artistica pratica e teorica con ricerca tecnologica avanzata, secondo una logica auto-riflessiva per cui oggetto di indagine e metodologia di lavoro sono in stretto dialogo e si influenzano reciprocamente. Durante il terzo capitolo l'artista chiederà al pubblico del ventunesimo Simposio Internazionale di Arte Elettronica di interagire direttamente con l'opera, condividendo memorie personali che andranno poi a costituire un'imprevedibile intelligenza artificiale.
ENTE INVITANTE
ISEA International è un'organizzazione senza scopo di lucro che promuove aun discorso interdisciplinare accademico, lo scambio tra culture diverse e tra organizzazioni e individui che lavorano con l'arte, la scienza e le tecnologie.
Emilio, Mnemodrone è un progetto transmediale che, tra le tematiche che affronta, approfondisce quella del rapporto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. A quali conclusioni pensi di essere arrivato riguardo le dinamiche tra queste due intelligenze?
MNEMODRONE è un progetto, realizzato in collaborazione con Daniel Belquer, che avanza domande più di quanto fornisca risposte. O meglio: fornisce una quantità enorme di risposte e le rimette in discussione immediatamente dopo, trasformandole in domande, attraverso una metodologia in costante evoluzione e un tempo di realizzazione frammentato in vari capitoli che si estendono già da un anno a questa parte. Qualche conclusione è già stata avanzata nella serie di pubblicazioni in progress che accompagna ogni nuova presentazione di MNEMODRONE. Ma si tratta pur sempre di risultati temporanei. Dei risultati finali e definitivi, semmai ce ne saranno, verranno pubblicati durante il capitolo finale, a partire dall’anno prossimo. D’altronde il modo in cui noi ci poniamo davanti al progetto e il modo in cui coinvolgiamo il pubblico è indicativo di questa preponderanza delle domande sulle risposte. Il primo passo nella nostra ricerca sulla relazione tra esseri umani e intelligenze artificiali è una forma di curiosità: la stessa curiosità che spinge il mio lavoro di artista e che spinge il pubblico a prendere parte al progetto.
Ho trovato molto interessante la scelta di dividere il progetto in capitoli, in base ai contesti socio-culturali in cui lo hai portato. Le diverse situazioni quanto hanno influenzato il format originale del progetto? Che tipo di evoluzione, del progetto, c’è stata?
MNEMODRONE resta sempre fedele al format originale, il quale prevede un costante cambiamento. Per esempio durante il primo capitolo io e Daniel abbiamo invitato personalmente delle persone che passeggiavano in un parco a condividere una memoria con il nostro drone. La maggior parte delle memorie raccolte quella sera, in quel parco buio e semideserto, erano così intime da farmi ipotizzare una sorta di predilezione delle persone per “confessioni peccaminoso\giocose” nei confronti di una macchina incapace di giudicare. Il secondo capitolo ha però dimostrato come una situazione diversa (in questo caso una galleria durante un affollatissimo festival) dia come risultato memorie molto diverse. Romantiche memorie come il primo appuntamento, storie d’infanzia e problemi di lavoro sono stati i temi portanti di quel capitolo. Come ti accennavo un aspetto importante del progetto è la sua natura meta-riflessiva in costante evoluzione: dopo ogni presentazione (denominata Capitolo) vengono stilate alcune conclusioni preliminari che comportano un nuovo modo di esporre l’opera durante il capitolo successivo. In questo modo si impara sempre qualcosa di interessante rispetto a come le persone interagiscono col drone e su come il nostro modo di presentare l’opera e approcciare il pubblico influisca sui risultati ottenuti.
In particolare cosa è successo a Vancouver (terzo capitolo)?
A Vancouver MNEMODRONE è stato esposto contemporaneamente in molteplici modi, in linea con la sua frammentaria natura e il pubblico poteva scegliere di approcciare e interagire con l’opera secondo la propria preferenza. Poteva guardare un video e delle fotografie che univano la documentazione dei due capitoli precedenti con alcune analisi già effettuate sulle memorie. Si poteva telefonare a MNEMODRONE e lasciare una memoria chiamando dal proprio telefono cellulare o chiamare utilizzando un apposito apparecchio telefonico. Si poteva esplorare una visualizzazione interattiva delle memorie condivise nei primi due capitoli, evidenziando temi portanti e contenuti di ogni memoria e reciproche connessioni tra quelle raccolte. E infine vari materiali stampati erano a disposizione del pubblico, tra cui le due pubblicazioni contenenti tutte le ricerche effettuate finora. La principale differenza rispetto ai capitoli precedenti consisteva nella presenza di in un pubblico specialistico particolarmente tecnico, il quale si è però lasciato coinvolgere dall’ipnotico mantra di MNEMODRONE: “Hello. My name is MNEMODRONE. I’m an artificial intelligence system created to gather human memories and I will evolve based on what you tell me. I won’t interrupt you and you have 2 minutes to record yur message after the tone. What memories will you share with me?”
Progetti futuri?
Il quarto capitolo assumerà una forma completamente diversa, e per la prima volta MNEMODRONE non sarà esposto né presentato al pubblico. Ci sarò solo io, il mio computer, e tanto silenzio. Il capitolo consisterà in una residenza di due settimane come Researcher in Residence a Signal Culture, negli Stati Uniti. Durante questo capitolo mi focalizzerò sulla ricerca teorica ed in particolare sull’elaborazione di tutti i materiali raccolti durante il capitolo appena concluso all’ISEA – Simposio Internazionale di Arte Elettronica. Scopo di questa residenza sarà scrivere il terzo libro della serie e completare il modello teorico e scientifico dell’intelligenza artificiale di cui MNEMODRONE sarà dotato. Ho passato questi ultimi mesi abbozzando il cocktail concettuale che andrà a strutturare il modello di intelligenza artificiale di MNEMODRONE:…un po’ di memory-based reasoning, un’infarinatura di extended mind, una buona gestione del potere cognitivo dell’architettura computazionale, un costante controllo del rapporto con l’ambiente circostante, un database in costante evoluzione e un tocco di subsumption architecture. Il risultato, qualsiasi cosa ne verrà fuori, sarà interessante. Il quinto capitolo consisterà invece in una mostra dei soli dati raccolti da MNEMODRONE ed elaborati nei quattro capitoli precedenti. La mostra avrà luogo al Made in New York Media Center. La visualizzazione-dati immersiva di grande formato che stiamo preparando permetterà al pubblico di immergersi all’interno delle memorie che ora compongono il database di MNEMODRONE insieme a tutte quelle raccolte a Vancouver. Ciao Valeria, e grazie per l’intervista!
Grazie a te e in bocca al lupo!