riccardo fascina
Dopo essermi diplomato al Liceo Artistico “A. Modigliani”di Padova ho proseguito gli studi laureandomi in Progettazione Gestione Turismo Culturale con sede a Padova, negli anni ho coltivato la passione per l’arte, in primis nel disegno e poi altre forme come sculture.
Quando la forma scompare possiede in realtà una radice eterna, così è anche per il segno; questa produzione artistica si concentra sull’importanza e gestualità del segno composito e pieno di dettagli tale da caratterizzare non più rappresentazioni figurative, bensì la discesa nella propria regione più intima, profonda e preziosa, che tenta di rendere visibile ciò che per antonomasia è invisibile.
Le opere sono dunque una necessità interiore di espressione, che, come dei ricami dell’anima, cercano di descrivere lo spirito di un individuo non tanto nella sua parte definita ed esteriore quanto nella sua regione più nascosta ed interiore: per questo i fili si intrecciano fra loro e vagano liberi sprigionando un’energia quasi bruta ma allo stesso tempo emblematica corrispondente al nostro modo di essere, come fossero degli autoritratti interiori.
Queste opere sono quindi come tante frame di una materia in continua evoluzione, ovvero di ciò che esiste dentro l’artista (sensazioni, passione, ardore, ciò che vive e sente, ovvero la vita) che li ha concepiti ed in realtà dentro l’animo di ciascuno di noi, in quanto ogni segno è parte di ciò che ci compone in tutta la nostra esistenza.
Essendo la linea essenza pura in quanto minima materia nella massima forma, la scelta di utilizzarla come protagonista di questa produzione artistica è infatti dato dal valore simbolico che ad essa può essere attribuito dall’inconscio di ciascuno di noi, diventando così potenzialmente la rappresentazione più intima di ciò che siamo oltre l’apparenza e la carnalità e che ci conduce a concepirla quasi come quel sottile filo che separa la vita dalla morte e l’essere dal non essere interconnettendo superficie e profondità.
Il risultato è in conclusione una sorta di “endoscopia” all’interno dell’animo dell’artista, con la possibilità di scorgervi un flusso: danzante, energico, mutevole - l’essenza - dalla quale si possono tuttavia cogliere solo poche istantanee: quest’esposizione vuole pertanto essere per il visitatore uno spunto di riflessione al fine di provare ad immergersi in se stessi ed imparare un nuovo modo di vedere il proprio io interiore, così da riuscire a cogliere dettagli, forme, e caratteristiche a noi propri e corrispondenti ad una nuova bellezza, nascosta che possa illuminare positivamente la nostra realtà.