Gola
Gola
Gola, video d'animazione, disegni a matita su carta, audio, 1'52", 2012.
In una società che propone modelli e immagini pubblicitarie che inneggiano ad un concetto di forma fisica
spesso distorto, che induce milioni di ragazzi e ragazze a dichiarare guerra al cibo, l'artista, in antitesi,
propone un momento di estasi, in cui la gola prende il sopravvento, o quasi.
Il video, frutto di numerose tavole in bianco e nero dal segno essenziale, oltre ad un preciso messaggio, è
portavoce di un'analisi delle proiezioni del suono sull'immagine.
Come scrive Michel Chion nel suo libro L'audiovisione. Suono e immagine nel cinema: "Non si vede la
stessa cosa quando si sente, non si sente la stessa cosa quando si vede".
Il suono è valore aggiunto, valore espressivo-informativo, che arricchisce un'immagine data fino a far
credere che quell'informazione o quell'espressione derivino naturalmente da ciò che si vede e siano già
contenute nella semplice immagine sino a procurare l'impressione, eminentemente errata, che il suono sia
inutile e che esso riproduca un senso, invece esso è anticipatore e creatore.
Nel video il valore aggiunto è caratterizzato principalmente da rumori, fatta eccezione per la breve parentesi
musicale che evoca l'idea di balletto tipico dei film d'animazione degli anni Trenta e Quaranta. I rumori sono
anempatici, hanno un senso astratto, una semplice funzione di presenza e di indicatore, non di risonanza
emozionale precisa.
Un ticchettio meccanico, insistente come un basso continuo musicale, non creerebbe tensione o attesa
mentre, in questo caso, il ritmo regolarmente ciclico, crea tale effetto poiché si individua, proprio nella
regolarità meccanica, la possibilità di una fluttuazione.
La peculiarità caratteristica della voce, che risulta essere una sottolineatura, una nota caricata che ha la
funzione di integrare quel tanto di inespressivo che può avere un disegno animato, viene completamente
eliminata per dare spazio, al contrario, all'espressività del disegno stesso.