Allacciare le cinture di Sicurezza
Allacciare le cinture di Sicurezza
In evidenza sono messe le manie e gli attaccamenti
maniacali verso oggetti del tutto superflui per sopravvivere ma indispensabili nel passato dell’artista. Siamo costruiti dagli oggetti a cui siamo legati, sono la nostra coraza ma anche il nostro filtro verso il mondo esterno; ci protegono schicciandoci sotto il loro peso.Un necessario bisogno di avere la sensazione di partire con tutto ciò che rassicura e rende padroni di uno spazio; non è sufficiente portarsi appresso il ricordo dell’oggetto ma diventa fondamentale renderlo fisicamente parte del corpo; così l’uomo e l’oggetto
entrano in un rapporto ancora più morboso che porta
addirittura a una trasformazione visiva del corpo umano.
E’ una visione oggettiva anche di quello che le cose
esteriori, non strettamente necessarie, sempre più presenti nella vita dell’uomo contemporaneo, possono creare alla
nostra “forma” originale. Perché le comodità e i piccoli piaceri dati dall’acquisto o dalla storia di piccoli oggetti s’insinuano nella forma basilare del pensiero di tutti i giorni deformandolo senza che ce se ne accorga. Nasce quindi questa serie fotografica, oggetti dell’infanzia, del ricordo, carichi di significato, si attaccano al corpo con degli elastici, ogni oggetto punta a stare nella posizione del corpo a cui è storicamente più legato; le cose sono sempre di più e si ostacolano tra loro ostacolando poi il movimento e le relazioni esterne dell’uomo che però in questo modo non ha più radici in un luogo, ma ha radici raccolte su se stesso.