iarp3 "share pain"
iarp3 "share pain"
Con IARP3 l’interazione artista fruitore cambia nuovamente e si compie in maniera molto più orizzontale. In questo caso il pubblico è invitato condividere del dolore. Dividere dolore vuol dire farlo diminuire di intensità, ma anche avere una fiducia sconfinata in chi è chiamato a condividere. È facile prendere parte ad un convivio di piacere, ma come e a chi chiedere di condividere una cosa tanto intima e importante. Solo chi è meritevole può entrare in contatto con qualcosa di così profondo e privato, e chi lo è ha sì qualcosa di sconveniente ma ha anche onore. Ci troviamo innanzi quindi anche ad un fine gesto di affetto che unisce solo le persone che sono in confidenza tra loro.
Risulta vera anche l’idea che la possibilità di metterlo in comunione incita una diversa forma di solidarietà, non legata al soccorso ma alla compartecipazione. Sottilmente, poi, l’andare alla ricerca di una piccola sofferenza gratuita ci libera e alleggerisce l’animo. Il dolore è spesso considerato catartico e quindi purifica quel costante senso di colpa che culturalmente noi occidentali ci portiamo dentro.
Luca Giocoli