LA VENUTA DEL MESSI(A). Tra calcio e fede
LA VENUTA DEL MESSI(A). Tra calcio e fede
Il progetto, in collaborazione con il fotografo Raffaele Saviano, esplora il legame tra calcio e fede come espressioni di ritualità collettiva e identità culturale. Una narrazione visiva, fortemente simbolica, che indaga come il linguaggio del sacro e quello sportivo si intreccino, creando nuove forme di devozione contemporanea.
Agli occhi dei sociologi la religione è un fenomeno generale e liquido, composto da ingredienti essenziali come simboli sacri e rituali che creano senso d’identità e d’appartenenza alla comunità. La religione si può trovare nelle chiese ma anche in luoghi meno ovvi come gli stadi. Émile Durkheim (1858-1917) è stato tra i primi ad estendere l’idea di religione ad aree lontane da quelle comunemente considerate religiose. Per il sociologo francese la religione è un fenomeno che riguarda una collettività ritualmente riunita attorno a qualcosa di sacro. In fondo, devoti e tifosi hanno entrambi una fede, che significa, scrive Durkheim, “calore, vita, entusiasmo, esaltazione di tutta l’attività mentale, trasporto dell’individuo al di sopra di se stesso ”. Come non vedere l’esaltazione ed il fervore religioso dei tifosi?
Il calcio è un collante sociale, livella le differenze creando condizioni d’uguaglianza che favoriscono il senso comunitario: allo stadio svanisce il direttore, l’impiegato o l’operaio e restano soltanto tifosi, tutti uguali e uniti dalla passione per la squadra del cuore. Come tra i fedeli di una religione, è malvista la conversione ad un’altra religione, così i tifosi provano un vincolo di fedeltà verso la propria squadra.
Soprattutto evidenti sono i riti collettivi come i cori e le maestose scenografie dei corpi mossi all’unisono sugli spalti, che creano la sensazione di un corpo unico, di una comunione rituale che trasporta gli individui al di sopra di loro stessi, fondendoli nella comunità.
Il teologo Leonardo Boff, alla vigilia dei Mondiali 2014, ha scritto che nel calcio come nella religione esistono “santi di riferimento come Pelé, Garrincha, Beckembauer”.
“Come certo saprete, centinaia di milioni, se non qualche miliardo di individui, di ogni ceto sociale, hanno fatto del calcio – come giocatori e spettatori – la loro religione, con i suoi dei e i suoi profeti mortali. In gran numero ieri hanno molto sofferto per il Brasile senza essere necessariamente tifosi della squadra. Nel momento in cui scrivo, alcuni saranno già morti per la vergogna.”
Il progetto artistico “La venuta del Messi(a)” fonde simbologie ed elementi iconici delle due sfere, provando a creare una narrazione estetica sincretica: l’ostia che incontra i palloni iconici della storia (il pallone “super santos” o il “rosario”), la stola sacra e la sciarpa da ultras, la tunica e la divisa da partita, il campo da calcio con la pianta del duomo di Milano.
Fonti : Nicola Righetti, sociologicamente.it / Chat GPT / Sami Tchak, La terribile bellezza della sconfitta (66thand2nd)