Achille amava la Signora Tartaruga, infinitamente
Achille amava la Signora Tartaruga, infinitamente
Achille amava la Signora Tartaruga, infinitamente Zootropio Installazione (giradischi, vinile, plexiglass, stampa fotografica, lampada) Dimensioni variabili, 2012 Edizione: 1/3 + prova d’artista LP: Das Musikalische Opfer – Johann Sebastian Bach (1747)
Achille amava correre. Non faceva altro. Correva sempre ed ovunque. Correva per andare a comprare il pane, correva mentre parlava con la madre, correva in casa per spostarsi dalla sedia al divano (ma subito s’annoiava, e si rimetteva a correre). Persino nei sogni lui correva. Correva semplicemente perché gli andava. Spesso non aveva una meta ben precisa. Correva e basta. Finché non incontrò Lei. Achille non sa spiegare il perché – forse per una strana piega delle labbra, forse per qualcosa di incomprensibile nello sguardo –, ma appena vide la Signora Tartaruga se ne innamorò perdutamente. Decise quindi che, invece di correre senza una direzione, avrebbe iniziato a seguire quella donna, nella speranza di riuscire a parlarle, e poi chissà. Pensava che sarebbe stato semplice raggiungerla. Invece accadeva una cosa inspiegabile: più provava ad avvicinarsi, con falcate lunghe e decise, più – incomprensibilmente – la Signora Tartaruga, nonostante il suo incedere lento e dimesso, era sempre un po’ più in là. Lontana e irraggiungibile. Correva correva e la distanza tra loro rimaneva invariata. Ancora oggi Achille continua a correre, mosso dal desiderio di poterla finalmente abbracciare, un giorno. E continua ad amarla, nel suo essere emblema ed enigma.
marzo 2012