Vieni via con me?

Vieni via con me?

Riflessione.     Era come una partita a scacchi. Delicatamente muovi una pedina. Delicatamente ti è concesso mangiare la regina. Delicatamente il re ti ditrugge. Io, grande illusionista e sognatrice, non avevo mai pensato alla mia fine, al mio squilibrio interiore, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un’occasione, ma di certo non l’avrei mai potuta immaginare così intensa e reale. Con l’ansia dentro e il fiato sospeso fissavo gli occhi chiari e bellissimi del boss delle armi, dall’altra parte della radura fredda e piena di neve, e lui ricambiava con uno sguardo compiaciuto e assetato di vendetta. Era sicuramente un bel modo per concedermi dalla vita , sacrificarmi per un’altra persona, qualcuno che amavo e che desideravo. Proteggerne una, in particolare, che non mi aveva tradito. Sapevo di certo che se non mi sarei mai trasferita a Bloomington non mi sarei trovata di fronte a scelte improvvise e alla morte. Per quanto fossi terrorizzata, ammaliata, distrutta nell’animo, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. All’inizio odiai con tutta me stessa quella cittadina. Fredda. Buia. Ignota. Poi piano piano, me ne innamorai. Follemente e pazzamente. Ormai era mia. Nelle mie mani. Non riuscivo nemmeno a riprendere quell’aereo che mi avrebbe riportato nella mia Calabria, da dove ero partita. Era una terra lontana, quella. Ma li, nella mia nuova cittadina, gli animi erano totalmente gli stessi. Se l’esistenza mi aveva offerto un modo per amare qualcuno, per vivere felice ma dannata, non era giusto lamentarmi se alla fine il tutto si concludeva così. Avevo fatto delle scelte. E sapevo perfettamente anche quali conseguenze dovessi subire. Ma il dolore andava scomparendo. Dimenarsi per poco non era nulla. Soffrire era un qualcosa di passeggero, di umano. Presto sarebbe finito il fuoco. La candela si sarebbe spenta. La cera raffreddata. Il boss, bellissimo e imprevedibile, fece un sorriso di vittoria. No. Anora non voleva andarsene. Ancora la scena era sua. Ancora era vivo. Alzò piano la mano da terra, pronto a spazzarmi via. L’ultima parola toccava a lui. Quello fu il suo più bel regalo. Lo ricordai per sempre. Bum. Sangue. IQuesto è solo l'inizio...se sei interessato continua... Contattami!