I muri di Eustachio
I muri di Eustachio
Beatrice Caruso e Rebecca Sforzani
Cera di soia, installazione audio
Divago festival, Genova, 2021
L'installazione si ispira a un episodio storico che risale al Seicento secondo cui gli ebrei del ghetto di Genova, costretti a partecipare al sermone domenicale, entravano in chiesa con le orecchie tappate di cera. Lungo le vie del ghetto, si trovano molte nicchie ed edicole votive cristiane, che rivestivano una doppia funzione nei confronti della comunità ebraica: un promemoria della loro accusa di deicidio, ma anche una forma di memento - scolpito sui muri - della loro condizione di ospiti e rifugiati, professanti una religione soltanto tollerata dalla Superba. All'interno della chiesa di San Marcellino abbiamo posizionato il calco dell’edicola di Porta dei Vacca, punto di accesso al ghetto e da noi considerato come orecchio della città, per rievocare in maniera metaforica un fatto storico ma anche un gesto di resistenza personale e collettivo. In Vico del Campo tre orecchie richiamano le nicchie e rappresentano un invito all'ascolto reciproco. Le voci che risuonano all'interno di San Marcellino sono quelle di chi vive nel quartiere e di chi lo frequenta quotidianamente. Durante la residenza a febbraio 2021 abbiamo vissuto via del Campo e abbiamo invitato queste persone a raccontarsi e a condividere come vivono questo luogo. Come le preghiere che i fedeli affidano all’accensione di una candela votiva, questo “monologo corale” rappresenta simbolicamente -e in forma laica- speranze e desideri degli abitanti del quartiere.
Grazie all’Associazione San Marcellino e al Comitato Via del Campo. A Lorenzo Ramos, Lorenzo Penco e Christian Spadarotto. A Bruno, Chiara, Claudia, Claudio, Elide, Ibrahim, Lucia, Marco, Paolo, Tarek, Veronica.
Per ascoltare l'audio dell'installazione cerca “I muri di Eustachio” su Vimeo.