Trittico di mare di terra e di sogno
Trittico di mare di terra e di sogno
In questo lavoro, ho inteso raccontare la mia città partendo dalle storie, gli aneddoti e le voci che circolano su di essa. Un fenomeno che ho sempre ritenuto caratterizzante per Montescaglioso è il cosiddetto “U mar a mond”, ovvero la distesa di nebbia che in particolari mattinate sembra un profondo mare. Sullo stesso tema ho poi scoperto che sullo stesso fenomeno Cesare Pietroiusti, durante la permanenza del progetto Oreste, ha realizzato delle video interviste popolari sugli aneddoti riguardanti il fenomeno.
Per un certo periodo, quando osservavo dai vari punti panoramici della città, mi sentivo come il Viandante sul mare di nebbia di Friedrich, questo mi ha portato ad alcune considerazioni sul fascino e la surrealtà che trasforma la città per pochi minuti in un isola fantastica, e che spesso porta lo spettatore in uno stato contemplativo, ponendolo con impotenza davanti all’infinito. Tutto ciò, unito al fatto che il termine è divenuto di uso comune in tutta il circondario e anche oltre, e che spesso viene usato come uno sfottò per gli abitanti della città (che in realtà si trova a 390 metri di altezza e circa 30 minuti dal mare) mi ha portato a fare delle interviste a vecchi e giovani per cercare di ricostruire una memoria popolare che, seppur memoria dell’ assurdo, contenesse delle profonde verità.
Tra le storie più interessanti vi è quella su due fratelli che avevano scambiato la nebbia per il mare, e così una mattina, svegliatisi, dopo la stupenda scoperta (dato il passato di miseria e povertà in cui la comunità ha vissuto per molti anni) decidono come prima cosa di andare a pescare, uno di questi, tuffandosi tra il mare-nebbia, trova la morte e in fin di vita urla all’altro che era in attesa della pesca di essere morto, il quale gli risponde di approfittarne e pescare vivi e morti.
Ho voluto raccontare il fenomeno attraverso la fotografia e di elaborarla per offirire una nuova chiave di lettura, ribaltando il dire comune, recuperandone il significato in un senso nuovo, sognante e trasognato; ho voluto mettere in primo piano le piante di Fico d’india, perchè non permettessero un distacco totale e riportassero il “viandante” dallo stato contemplativo su di un terreno molto più umano e materiale, in una terra meridiana, calda e ospitale, ma da un triste passato di miserie, lotte, rassegnazione, ma anche gioia di vivere.
Anno ri realizzazione 2005