In Vino Proicere

In Vino Proicere

Lavoro realizzato con il contributo del Collettivo Artistico Tornosubito. ll progetto è iniziato dapprima seguendo un ristoratore e produttore di vino locale, conosciuto come “U’ Piccin”, da questa osservazione è iniziata la nostra raccolta dell’uva, donata dell’azienda agricola Pierfrancesco Contangelo. Sotto gli occhi della telecamera si è proceduto ad illustrare il processo di trasformazione in vino, pestata, come al tempo dei greci da due giovani ragazze. Come location ho scelto una antica cantina sottostante il monastero benedettino, Abbazia S.Michele Arcangelo, prefiggendosi così non solo l’obiettivo di illustrare la produzione del vino da un punto di vista altro, ma anche richiamare l’attenzione sul degrado e lo stato di abbandono delle decine di cantine del posto. Durante il pestaggio dell’ uva una giovane punk band locale ha seguito alcuni assoli di chitarra e batteria cadenzando il ritmo del pestaggio. Il tutto è culminato con una serie di fotografie a cura di Raffaele Petrozza, un lavoro video a cura di Francesco Lomonaco e Treenet Studios, un dipinto a cura di Vito Dichio e 250 litri di vino ( con l‘aiuto di Luigi Gallipoli, Pierfrancesco Contangelo, Milly Mongelli e Francesca Pucci). Il progetto è stato presentato come lecture al Premio “Ego Sum 2010” Matera, selezionato dal Circolo La Scaletta. In seguito il collettivo ha organizzato un ciclo di serate di musica popolare nel dicembre 2010 in cui ha proposto la degustazione del vino. “ E’ nell’ insediamento greco del VI sec. a.c. da cui gli abitanti di Montescaglioso traggono origine, che la nostra cultura affonda le radici più profonde, ed è proprio a quelle antiche genti, che da subito devono avere apprezzato il nettare del dio Dionìso che inebriava le menti e liberava il corpo dalle fatiche quotidiane, che dobbiamo la conoscenza di questa bevanda salvatrice/dannatrice. Padri della cultura occidentale, i greci, sapevano quando era il tempo di fare baldoria e liberarsi del peso dell’ essere uomini, per questo dedicavano al culto di Dioniso delle feste dette baccanali, in cui tutto era concesso purchè servisse a celebrare l‘ estasi del dio e in cui il vino era il tramite ed il fine, il mezzo e l’offerta. Alcuni abili “cantastorie” contemporanei amano raccontare di come quelle anime di guerrieri amanti della bella vita si siano reincarnate negli attuali abitanti della città. Più di duemila anni di storia, attraversando i romani prima e i monaci benedettini poi, tra bizantini e normanni, tra francesi e spagnoli, anni e secoli trascorsi anche coltivando la vite, bevendo vino ed affinando quella tecnica che si passava di padre in figlio. Ancora oggi, gli abitanti di Montescaglioso, e della Basilicata, amano produrre il vino che consumeranno in famiglia. Lasciano fermentare l’uva pestata in vasche nel buio di cantine sotterane e dopo 5 o 6 giorni lo “tirano”, ne riempiono alcune damigiane da 50 lt e lo conservano. Testo Brochure per la Lecture del Circolo la Scaletta. Il progetto In Vino Proicere nasce da un ’ idea di Francesco Lomonaco che la sviluppa insieme al Collettivo artistico Tornosubito. L‘obiettivo iniziale era di promuovere l‘ antica tradizione della produzione artigianale del vino e di unire la documentazione delle varie fasi di trasformazione dell’ uva alla performance artistica. Fondendo l’arte alla tradizione abbiamo voluto creare un documento che accompagnasse il prodotto vinicolo nato dalla collaborazione del collettivo con l’azienda agricola Contangelo Pierfrancesco. Nella nostra performance abbiamo messo insieme vecchio e nuovo, lento e veloce, e questa dicotomia è sempre presente nella narrazzione, così come il contrasto tra i diversi tempi della natura e della macchina, la musica segue un andamento ondeggiante, tra musica greca antica e musica cadenzata contemporanea. La dicotomia però non è solo nei tempi, ma anche nei metodi di produzione. Ciò che proponiamo in questo lavoro è di tornare a guardare la terra, o l terr, dalla quale stiamo prendendo avidamente sempre di più, e capire un meccanismo così semplice e pure così complesso della crescita di un frutto, della sua raccolta e della sua trasformazione, lontano da tutta una cultura del vino. Porre un punto di vista altro, in cui si dà valore alle cose in termini di sudore e soddisfazione e non solo in rischio e guadagno, potrebbe aiutare l’uomo a comprendere meglio da dove proviene. Dunque riportare i giovani a riassaporare il gusto di fare il buon vino, fà u mier nuostr, diciamo a Montescaglioso. Molti emigrati montesi e lucani, soprattutto giovani, pur consumando quantità considerevoli della bevanda divina, hanno perso questa consapevolezza, e allora perchè non portare alla luce, u mier nuostr, perchè non ripopolare le campagne, i vigneti (anche se per soli pochi giorni) di aspiranti avvocati, ingegneri, professori, operai, impiegati, precari, imprenditori, artisti, musicisti ecc.. perchè non ritornare tutti braccianti per un solo giorno, instaurando quel legame con la terra che ci ha dato i natali e inebriando le nostre narici dei vapori dell’uva schiacciata?! In Vino Proicere non vuole essere solo un progetto singolo ma un effetto domino di tanti mier nuostr.”